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Blue Devil Jazz!


Come annunciato torniamo alla carica con nuovi interessantissimi contenuti che faranno senz'altro la vostra felicità.

In quest'occasione continuiamo con il censimento degli ukulelisti Italiani e vi presentiamo un musicista che abbiamo scoperto spulciando gli schedari segreti dei clienti della Aquila Corde Armoniche di Vicenza.

A dirla tutta il personaggio che ci accingiamo ad intervistare ci è stato segnalato proprio dal grande Mimmo Peruffo (inventore e produttore delle più apprezzate corde per ukulele al mondo) ed è stato già selezionato per il festival dell'Ukulele Italiano di cui già sapete qualcosa.

Il nostro nouvo amico si chiama Carlo De Toma e stabilisce da subito un paio di primati (quantomeno su queste pagine): primo ukulelista censito proveniente dal sud d'Italia (è orgogliosamente Pugliese), e primo specialista del Banjulele contattato!

E vogliamo parlare del suo impeccabile stile?:




Uno dei suoi alias in arte (e nella rete) è BlueDevilJazz e vi consiglio di dare un'occhiata ai video caricati perchè quello che ha da offrirvi è del vero jazz vecchia maniera, come non se ne sente dai tempi in cui l'ukulele faceva faville come il fumaiolo di un piroscafo a vapore!

Ma sentiamo cosa ci racconta lui stesso:

AB:Quando hai cominciato a suonare l’ukulele? Come è capitato?

BDJ: All'inizio del 2006, per par condicio musicale, mi spiego meglio: in quell'anno navigando in internet ho scoperto la lega dei banjoisti italiani e mi sono iscritto. Lì ho reincontrato Renzo Bagorda, pugliese anche lui come me, uno dei più esperti banjoisti italiani. Renzo lanciò l'idea di una Banjo Band e così abbiamo dato vita ai Timeless Banjos che è ancora in attività. Renzo suona tre tipi di banjo e cioè il tenore, il plectrum ed il cinque corde, mentre io suonavo già il tenore ed essendo prevalentemente chitarrista ho incominciato a suonare anche il banjo chitarra ma me ne mancava ancora uno e così ho incominciato a suonare il banjo ukulele per pareggiare: tre a tre!!

AB: Che cosa ti attrae di questo strumento? Quali sono i suoi pregi secondo te?

BDJ: Senza dubbio il suono antico ma al contempo duttile e completo.

AB: Che tipo di apprendistato hai ricevuto?

BDJ: Mi sono avvalso delle mie esperienze chitarristiche pur capendo di avere tra le mani uno strumento diverso e quindi dalle differenti tematiche espressive; ehh che bella frase ad effetto che mi è venuta!!
Molto mi ha aiutato Internet, perchè questo mezzo è insostituibile per ogni forma di conoscenza cosiddetta di nicchia.

AB:Hai qualche dritta al riguardo da dare agli ukulelisti Italiani?

BDJ: Poichè è uno strumento poco popolare da noi, Internet fornisce un grande aiuto, sia Youtube e simili, persino ebay, poi ci sono dei siti fatti molto bene per la conoscenza degli accordi come per esempio Sheep Entertainment di cui do l'indirizzo se qualcuno non lo conoscesse:

Sheep Entertainment


AB: Quali tipi e quanti ukulele possiedi al momento e come te li sei procurati?

BDJ: Attualmente possiedo un banjolele Gold Tone de luxe con hardware dorato che ho comprato online da Elderly negli U.S.A.
E poi ho giusto per studio un ukulele Tenson che uso anche di notte perchè non essendo uno strumento di qualità suona poco forte. Ora sto pensando di comprare sempre online, moglie permettendo, uno strumento un po' più serio.

AB: Che accordatura usi, GCEA con Sol rientrante o altre?

BDJ: Per carattere, abitudini e cultura cerco di cambiare il meno possibile l'anima degli oggetti e soprattutto anche degli strumenti, pertanto uso la gCEA.

AB: Che corde usi?

BDJ: Solo e unicamente Aquila Corde e non certamente solo perchè sono Italiane, ma perchè per me sono le migliori!
Anzi a proposito devo dirti che a Mimmo Peruffo di Aquila Corde, per il banjo ukulele, chiedo solo mute con la terza corda non avvolta per una maggiore uniformità di timbro e per una uguale durata nel tempo.

AB: In che rapporti stai con il Sol rientrante?

BDJ: Come ti dicevo prima prendo le cose come sono, pertanto non suono l'uke pensando alla chitarra, mi piace così e lo trovo di grande effetto nei rolls.

AB: Suoni l’ukulele tutti i giorni?

BDJ: In questo periodo sì, alcune ore ogni giorno alternandolo con la chitarra.

AB: Ti sembra uno strumento addatto al tuo genere? Per quale ragione?

BDJ: L'ukulele ha due problemi: primo è poco conosciuto, specialmente in Italia, e secondo, data la sua apparente facilità di approccio, è diventato appannaggio dei musicisti dilettanti, per cui è un po' ghettizzato. Invece è uno strumento abbastanza completo e quindi ci puoi suonare di tutto, poi essendo io un appassionato di Jazz tradizionale, lo trovo molto utile per ricreare atmosfere ormai perse nel tempo.

AB: Lo usi per accompagnare il canto o anche in assolo?

BDJ: Essendo Barese faccio un paragone ittico-gastronomico: da noi si dice che la morte del polpo è la cipolla, così per accompagnare la voce l'ukulele va molto bene. Per quanto mi riguarda essendo io un musicista che canta di solito quando mi accompagno con l'ukulele, inserisco spesso anche una parte strumentale.

AB: Qual è la reazione del pubblico o dei colleghi musicisti quando ti vedono imbracciare il tuo inusuale (almeno in Italia) strumento?

BDJ: Molti anni fa il pianista jazz Giorgio Gaslini, parlando di musica, mi disse che l'ignoranza non ha mai generato cultura, per cui i musicisti che non lo conoscono credono che sia un giocattolo, inizialmente lo snobbano poi lo ascoltano e dicono:- però, suona!-

AB: Il tuo ukulele è mai stato oggetto di qualche forma di pregiudiziale disprezzo, o viceversa ammirazione, da parte di chicchessia?

BDJ: Come ti dicevo è tutto legato alla conoscenza, infatti chi non lo conosce affatto mi costringe a ripeterne più volte finanche il nome!

AB: Il fatto di essere tra i pionieri dell’uku in Italia ti rende orgoglioso e geloso di questo primato oppure sei per il proselitismo?

BDJ: Non sono nè per l'elitarismo nè il proselitismo, lo suono e basta, perchè quando lo si ascolta poi tutto è più facile. Comunque io ho una visione a tutto campo dello spettacolo, per cui l'ukulele è un tassello importante insieme alla scelta del repertorio, alla comunicazione con il pubblico, la presenza scenica, ecc.

AB: Hai qualche aneddoto particolare da raccontarci riguardo il tuo ukulele?

BDJ: Ultimamente sono stato invitato ad un concerto per l'Unesco e l'organizzatore che mi conosce come chitarrista vedendomi arrivare con il banjo ukulele mi ha chiesto tra l'impaurito e il perplesso:-....e non hai portato la chitarra?-, salvo poi dire anche lui, dopo l'esibizione:- però, suona!-

AB: Conosci personalmente altri ukulelisti in Italia?

BDJ: Quando ho incominciato ha suonare il banjo ukulele in concerto ironicamente mi presentavo come il miglior suonatore di banjo ukulele, per il fatto di essere l'unico in Italia, invece per fortuna ora so di essere in buona compagnia, anche se per questioni geografiche ne conosco pochi di ukulele player, come dicono in America.

AB: Secondo te esiste un profilo psicologico preciso dell’ukulelista?

BDJ: Senza ombra di dubbio, se sei del tutto normale non scegli uno strumento così lontano dalla nostra cultura.

AB: Che cosa il tuo carattere ha in comune con il tuo strumento?

BDJ: Quanto spazio ho per rispondere? ok cerco di sintetizzare: la curiosità, la sorpresa, l'inventiva, il gusto del paradosso, il senso dell'ironia, il gusto del gioco, il volersi mettere sempre in discussione, il voler cambiare le carte in tavola (in senso musicale ovviamente), l'onestà, la franchezza, la genuinità e tante altre cose.

AB: Cosa ci stai preparando per il festival di UkeIt?

BDJ: Come ben sai essendo un festival Italiano, mi hanno chiesto se possibile di interpretare brani in italiano. Io ho risposto che per formazione musicale non amo molto le canzoni italiane, ma che per l'occasione lo farò a patto di strapazzarle e stravolgerle: hanno accettato incondizionatamente!


Bene ora che ho risposto alle tue domande me ne faccio una da solo:

BDJ: Hai qualche progetto in caldo?

BDJ: Sì, di dedicarmi anche all'ukulele baritono.

BDJ: Forse perchè come chitarrista è più vicino alla tua sensibilità musicale?

BDJ: No, per un motivo geografico, perchè come ben sai in USA abbreviano tutto e il baritone ukulele è comunemente chiamato bari, perciò è destino che a suonare il bari sia io che sono di... Bari!

E' già finita l'intervista? Però, dai!! Non si fa così!!! Ricominciamo?

Comunque ora vorrei approfittare dello spazio che mi dai per salutare e ringraziare Cappa e Drago e tutto lo staff di Barlumen che tanto si stanno adoprando per far partire questo primo festival italiano dell'Ukulele.

Beh, però alla fine sono riuscito a dire una cosa seria!

Ciao a tutti!

Carlo

AB: C'è qualcosa da aggiungere alla vulcanica vitalità di questo giovanotto?!?! :)

Per chiudere inbellezza il post dico solo che non vediamo l'ora di vederlo in azione sul palco del UkeIt!!! :)







Max De Bernardi


Oggi abbiamo l'onore di intervistare il musicista che, a nostro modesto parere e per quanto ne sappiamo fino ad ora, si è insindacabilmente guadagnato il titolo di "master of uke" della penisola.

Si chiama Max De Bernardi ed è di Milano, ma la sua musica sembra provenire direttamente da un'ansa del Mississipi piuttosto che dai Navigli, e la sua voce è una delle più "nere" che vi possa capitare di ascoltare.

Dopo aver impararto a padroneggiare chitarre e vari altri cordofoni, già da parecchi anni si dedica anche al nostro strumento preferito.

E se non credete che sia il più forte, guardate questo video:

Bring it when you come



AB: Qando hai cominciato a suonare l’ukulele? Come è capitato?

Max: Ho cominciato a suonarlo nel 2002 dopo aver visto Joe Brown nel concerto in memoria di George Harrison (noto collezionista, suonatore e appassionato di ukes) suonare “I’ll see you in my dreams” sul finale con il suo Martin vintage soprano…il giorno dopo ho chiesto al mio fornitore di strumenti di fiducia se aveva uno uke in casa e mi disse che poteva procurarmi un Martin soprano in pochi giorni ad un buon prezzo…così presi il Martin soprano che posseggo (usatissimo) ancora adesso…e lì cominciò la malattia!

AB: Che cosa ti attrae di questo strumento? Quali sono i suoi pregi secondo te?

Max: La simpatia della forma e delle dimensioni. La trasportabilità e la possibilità di “ukulelizzare” qualsiasi canzone…non saprei neanche io, mi piace e basta!

AB: Che tipo di apprendistato hai avuto (o continui ad avere)? Autodidatta? Un maestro? Ti sei avvalso dell’ausilio di libri, DVD, o risorse sul web? Hai qualche dritta al riguardo da dare agli ukulelisti Italiani?

Max: Suonando già la chitarra acustica, il mandolino, il banjo etc. etc., una volta capito come si accordava, nel giro di un giorno avevo già il repertorio per ukulele…niente libri, DVD o roba del genere…non li sopporto…mi annoiano…preferisco fare da solo….ed è il consiglio che mi sento di dare agli ukulelisti italiani: prendete lo uke e suonatelo come vi pare!

AB: Quali tipi e quanti ukulele possiedi al momento e come te li sei procurati?

Max: Come dicevo ho il mio numero uno che è un Martin soprano, poi un baritono, un concerto e un banjolele e un altro soprano più economico, tutti comprati in Italia…ma non escludo prossimi nuovi acquisti a breve…

AB: Che accordatura usi, GCEA con Sol rientrante o altre?

Max: GCEA sui formati piccoli e standard, DGBE sul baritono.

AB: Che corde usi?

Max: Per i piccoli uso le D’Addario…per il baritono uso le corde per chitarra classica sfuse con in genere il RE e il SOL bronze…

AB: In che rapporti stai con il Sol rientrante? Antipatia, simpatia, guerra aperta, è la peculiarità dell’uku che preferisci, venendo dalla chitarra non riesci proprio a relazionartici, è diventato il tuo miglior amico?

Max: Ho semplicemente preso atto che era così…mi è indifferente la cosa.

AB: Suoni l’ukulele tutti i giorni? Quanto a lungo?

Max: No…ogni tanto…non suono molto in casa….suonando per lavoro suono già tanto fuori quindi…

AB: Ti sembra uno strumento addatto al tuo genere, il blues? Per quale ragione?

Max: A parte che io non suono strettamente blues ma anche altri generi affiliati penso che lo uke sia adattabile a qualsiasi genere musicale…basta volerlo!

AB: Lo usi per accompagnare il canto o anche in assolo?

Max: Lo uso per tutto…anche per cucinare!

AB: Qual’è la reazione del pubblico o dei colleghi musicisti quando ti vedono imbracciare il tuo inusuale (almeno in Italia) strumento?

Max: La reazione del pubblico, quando è sufficientemente attento e intelligente per accorgesene, quindi quasi mai, è sempre di sorpresa e simpatia, anche se la maggior parte delle volte lo scambiano per un mandolino o altre cose del genere…è difficile trovare qualcuno che viene da te e ti dice:-Ah…BELLO!...UN’UKULELE!-
Gli altri musicisti che non suonano con me hanno la frase standard:-Figata l’ukulele eh??!!!!...suona eh??!!!!...bello…vai!!!- …quelli che suonano con me invece sanno che quando lo sfodero è il momento delle pirlate, ma devono stare zitti e subire anche un set con lo uke se no non li pago!

AB: Il fatto di essere tra i pionieri dell’uku in Italia ti rende orgoglioso e geloso di questo primato oppure sei per il proselitismo?

Max: Non credo di essere pioniere di niente…Rino Gaetano lo suonò a Sanremo nel 78…lui può essere considerato pioniere…per quanto mi riguarda vorrei trovare tanti suonatori di uke e formare una band gigantesca itinerante di soli ukes per sensibilizzare i politici, la chiesa e l’intero popolo italiano a darsi all’ukulele…il nostro paese migliorerebbe di molto…quindi proselitismo assoluto!

AB: Hai qualche aneddoto particolare da raccontarci riguardo il tuo ukulele?

Max: Sì…una volta ero vicino a Zurigo per una gig e ho dimenticato il mio Martin sul tetto della macchina…chiaramente siamo partiti e mi sono accorto che lo uke non c’era solo quando sono arrivato sul luogo dove suonavo che era in montagna e a qualche km di distanza…sono ritornato dove l’avevo perso e chiaramente non c’era più….

Un’amica che abita li fece un inserzione su un giornalino locale per vedere se qualcuno lo aveva ritrovato…dopo un mese una vedova di un musicista lo riportò alla mia amica dicendole che lo aveva conservato pensandolo un segno del marito defunto!
Per questo il Martin è diventato il numero uno…è così….una volta che si affeziona lo uke non ti molla più!

AB: Conosci personalmente altri Ukulelisti in Italia?

Max: Sì…Veronica, la mia compagna J

AB: Secondo te esiste un profilo psicologico preciso dell’ukulelista? Voglio dire: ti sembra che l’ukulele attragga caratteri e personalità di un certo tipo oppure no?

Max: Sì…in genere ironia e una piccola dose di follia sono indispensabili!

AB: Che cosa il tuo carattere ha in comune con il tuo strumento? ;-)

Max: Niente…lo uke è sicuramente più bello e più simpatico da vedersi di me…

AB: Saresti disponibile a suonare nel contesto del primo ukulele festival Italiano ancora da organizzare?

Max: Assolutamente sì!

Non è terribilmente blues (e generi affiliati)?!?! :-D

Lo zio Dennis!


Quello che vi presentiamo oggi è un'altro portatore sano di ukulelite.

Ha contratto il contagio da un personaggio che abbiamo avuto già l'onore di conoscere, e a questo proposito vorrei aprire un piccolo inciso.
In effetti non c'è da sorprendersi se i pochi ukulelisti sparsi per la nostra penisola siano raccolti in sparuti gruppi di amici. La virulenza del contagio è così forte che ovunque compaia un ukulele è molto probabile che si crei un focalaio...e la pandemia risulta l'inevitabile passaggio successivo.

Quindi, se siete ukulelisti (in erba o aspiranti tali), e magari vi sentite terribilmente soli...siate fiduciosi perchè entro breve incontrerete molti vostri simili...l'ukulizzazione dell'Italia è molto vicina ;-)

Passiamo quindi alle presentazioni ufficiali.


L'ospite di oggi si fa chiamare Zio Dennis, suona l'ukulele, usa Linux e se ancora non bastasse è un ciclomeccanico di consumata esperienza. Queste rare peculiarità fanno di lui il mio nuovo eroe ;-)



AB: Quando hai cominciato a suonare l'ukulele e come è capitato?

Zio Dennis: L'ho preso in mano da un'annetto perchè Reason e AbletonLive (ma anche svariate macchine e strumentazioni per linux) non sopperivano (surrogavano?) più al mio bisogno di fare musica, in quanto il mio trasferimento professionale a Pavia mi ha tagliato dai gruppi e schiticchi musicali cui sono da sempre abituato (suono il basso e la chitarra e la batteria oltre che l'elettronica).
Incuriosito dallo scampa mi sono procurato uno di questi cosi e mi sono messo a fare canzoni swing e hawaiiane o di johnny cash, quando ho tempo trascrivo per ukulele brani famosi o che mi piacciono di cui non esistono ancora tablature (alcuni sono sul blog Panciollo, anche se lo mantengo poco).

AB: Cosa ti attrae in particolare di questo strumento?

Zio Dennis: Ottimo per la bici, il treno, la nave e tutti gli altri mezzi di trasporto belli che ci sono, controindicato per l'auto e quelli brutti :)
Bellissimo per unirsi a suonatori da parco e per strabiliare grandi e piccini, spicca nei dopocena oziosi durante i quali non "ingombra" come una chitarra, sa starsene in un angolo o appeso in giro senza dare fastidio o richiedere attenzioni che non siano quella di essere accordato spesso.
Canzoni preferite per ukulele: "la mia graziella" (canzone che scampaforche mi ha espressamente dedicato, e scusa se è poco) estate di bruno martino e suzie blue di ben harper.

AB: Sappiamo che da qualche parte hai sentito un motto assolutamente imperdibile a proposito dell'uku, ce lo declameresti?

Zio Dennis: "La differenza tra l'ukulele e il primo amore? Il primo amore non si scorda mai!"

AB: Hai qualche aneddoto particolare da raccontarci riguardo il tuo ukulele?

Zio Dennis: una volta da sbronzo ho detto alla mia ragazza:"Sei meglio di una bicicletta e di un ukulele messi assieme!" ... e lei capì di essere in cima alla mia lista..

AB: Che tipo di apprendistato hai avuto? Autodidatta? Un maestro? Ti sei avvalso dell’ausilio di libri, DVD, o risorse sul web? Hai qualche dritta al riguardo da dare agli ukulelisti Italiani?

Zio Dennis: Suono da autodidatta e, così come ho fatto con gli altri strumenti che suono, per allargare le mie conoscenze mi avvalgo di amici e di bicchieri di bianco sporco, oltre cha di un cappelo panama per tenere il cervello al fresco.
Il mio consiglio è quello di procurarsi una tavola di accordi e di usarla per "convertire" i canzonieri con le canzoni che si amano, il resto viene da se..

AB: Quali tipi e quanti ukulele possiedi al momento e come te li sei procurati?

Zio Dennis: l'unico in catalgo in un negozio di pianoforti a pavia.. ho un solo ukulele di fabbricazione rumena "Hora", la skoda degli ukuleli, ma il suono un po' cartonato si sente solo se confrontato "personalmente" con altri ukez..
Sto per comprarmi un ukulele Mahalo (rigorosamente verde), ma per ora non è nella top ten dei miei acquisti, anzi di acquisti non ne ho proprio in lista poichè sono povero.

AB: Che accordatura usi, GCEA o altre?

Zio Dennis: quella

AB: Che corde usi?

Zio Dennis: quelle che ci ho trovato sopra

AB: Suoni l’ukulele tutti i giorni? Quanto a lungo?

Zio Dennis: recentemente tutto il tempo libero-musica lo passo a ukare.. un'ora al di ogni tanto e molto di piu nel w.end

AB: Ti sembra uno strumento addatto al tuo genere preferito...per quale ragione?

Zio Dennis: suono la musica del diavolo e solo il diavolo poteva progettare uno strumento ed un suono cosi..

AB: Qual’è la reazione del pubblico o dei colleghi musicisti quando ti vedono imbracciare il tuo inusuale (almeno in Italia) strumento?

Zio Dennis: in genere un silenzio fatto di risolini e allusioni.. ma solo prima di sentire i miei swingheggiamenti!
Ma se qualcuno gia lo conosce allora spiega tutto da sè ai suoi amici e io devo solo sorridere.. un po come quando mostro per strada ad un mio amico una bici a scatto fisso, dico al mio socio "ecco una di quelle bici di cui ti parlavo" e vedo il proprietario della suddetta ridersela sotto i baffi compiaciuto..

AB: Il tuo ukulele è mai stato oggetto di qualche forma di pregiudiziale disprezzo, o viceversa, di ammirazione da parte di qualcuno?

Zio Dennis: no.. al massimo si puo dire che alla vista di un ukulele parlano tutti di marilyn oppure parlano di mandolini e niente piu

AB: Conosci personalmente altri Ukulelisti in Italia?

Zio Dennis: il prodigioso scampaforche! lui è stato il mio evangelizzatore, poi ci sarebbe un italiano che però abita in isvezia (che nel suo piccolo e senza pubblicizzarsi coltiva l'ukulele innaffiandolo con canzoni di brassens, ferrè e altri) ma non credo che si possa iscrivere in questa lista.

AB: Secondo te esiste un profilo psicologico preciso dell’ukulelista? Voglio dire: Ti sembra che l’ukulele attragga caratteri e personalità di un certo tipo oppure no?

Zio Dennis: credo che siano i gusti personali piu che la "pissicologia" a farla da padrone in questi casi, una certa dose di humor e autoironia certamente, poi il resto viene ascoltando musica in giro per il mondo...

AB: Che cosa il tuo carattere ha in comune con il tuo strumento preferito? ;-)

Zio Dennis: rende ridicole anche le canzoni serie, direi..

AB: Saresti pronto a partecipare al primo ukulele festival Italiano ancora da organizzare?

Zio Dennis: ma cerrrrto! è come se fossi gia là!

...è il mio eroe! ;-)

Veronica Sbergia


Come ormai sapete siamo in piena stagione di "caccia all'ukulelista".

Oggi abbiamo il piacere di avere come ospite Veronica Sbergia, elegante e versatile voce Milanese dedita principalmente al blues "vecchia maniera".

Tra i suoi idoli compaiono Bessie Smith e Sister Rosetta Tharpe, e con le sue appassionate interpretazioni rende puntualmente giustizia a tale glorioso retroterra musicale.



Da questa bella foto potete anche indovinare che ha un rapporto intimo e speciale con l'ukulele. L'abbiamo quindi sottoposta al nostro consueto interrogatorio, e la Veronica si è gentilmente prestata con disponibilità e grande simpatia ;-)

AB: Quando hai cominciato a suonare l'ukulele? Come è capitato?

Veronica: Ho iniziato più o meno un anno fa, quando il mio compagno mi regalò un ukulele soprano e mi insegnò a strimpellare qualche accordo.

AB: Che cosa ti attrae di questo strumento? Quali sono i suo pregi secondo te?

Veronica: L’ukulele ispira simpatia solo a vederlo, per la sua forma armonica e graziosa, il suo essere piccolo ma potente, la sua versatilità che ti permette di suonare qualsiasi genere musicale tu voglia, la compattezza e la brillantezza del suono, la semplicità d’utilizzo…insomma e’ davvero uno strumento player-friendly!

Inoltre lo trovo incredibilmente femminile: chi non ricorda l’immagine della sensualissima Marylin mentre canta accompagnandosi con lo uke nel film "A qualcuno piace caldo”? Be', forse ho un segreto sogno nel cassetto (ma questa è un’altra storia). Ma, ahimé, è uno strumento ancora molto sottovalutato, in Italia per lo meno.

AB: Che tipo di apprendistato hai avuto (o continui ad avere)? Autodidatta? Un maestro? Ti sei avvalsa dell’ausilio di libri, DVD, o risorse sul web? Hai qualche dritta al riguardo da dare agli ukulelisti Italiani?

Veronica: Come dicevo il mio maestro iniziatore è stato ed è tuttora Max De Bernardi, grandissimo ukulele virtuoso. Nessun metodo è meglio di un bravo insegnante, tuttavia ci sono dei siti interessanti dove è possibile scaricare gratuitamente le tablature per ukulele di pezzi più o meno famosi, in primis consiglierei AlligatorBoogaloocon i relativi links.

AB: Quali tipi e quanti ukulele possiedi al momento e come te li sei procurati?

Veronica: Attualmente la mia collezione di ukulele ammonta a 3 soprani, 2 concerto, 1 baritono e 1 banjolele, oltre a un altro soprano in arrivo, costruito dal liutaio Slidin'Bob su mie indicazioni. Tutti, meno uno, sono stati acquistati in Italia.

AB: Che accordatura usi, GCEA con Sol rientrante o altre?

Veronica: GCEA

AB: Che corde usi?

Veronica: D’Addario. Nel mio negozio di fiducia si trovano sempre, il set 024/032/034/028.

AB: In che rapporti stai con il Sol rientrante?

Veronica: UGH?? Io solo ukulele, no chitarra…J

AB: Suoni l’ukulele tutti i giorni?

Veronica: Ni…pero’ le jam con Max sono solitamente infinite…J

AB: Ti sembra uno strumento addatto al tuo genere, il blues? Per quale ragione?

Veronica: Puoi “ukulelizzare” qualsiasi genere, senza limitazioni…l’ironia che conferisce a qualsiasi pezzo io stia suonando è indispensabile in quello che faccio…inoltre proponendo nel mio repertorio molte songs tradizionali degli anni '20/'30 contribuisce a dare quel tocco vintage che nessun altro strumento possiede…

AB: Qual’è la reazione del pubblico o dei colleghi musicisti quando ti vedono imbracciare il tuo inusuale (almeno in Italia) strumento?

Veronica: Curiosità in primis e interesse poi…molti pensano che l’ukulele sia una specie di giocattolo per bambini…ma e’ roba assolutamente da grandi! J

AB: Il fatto di essere tra i pionieri dell’uku in Italia ti rende orgogliosa e gelosa di questo primato oppure sei per il proselitismo?

Veronica: Non credo di essere una pioniera dell’ukulele in Italia, tuttavia sono assolutamente orgogliosa di essere una ukulelista in progress e spero di contagiare più persone possibili con questa passione. Beh, certo che se qualcuno dovesse dire :-Ho visto la Veronica suonare l’ukulele e l’ho comprato anche io...- sarebbe una bella soddisfazione! J

AB: Hai qualche aneddoto particolare da raccontarci riguardo il tuo ukulele?

Veronica: Il primo ukulele che ho suonato, un Martin soprano per l’esattezza, è stato smarrito in Svizzera e di seguito ritrovato grazie ad annuncio sul giornale locale!!! La persona che lo ritrovò era un’anziana signora, vedova di un musicista che suonava sulle navi…l’aveva conservato come fosse un segno del destino inviatole dal marito defunto…

AB: Conosci personalmente altri Ukulelisti in Italia?

Veronica: Max de Bernardi e Slidin'Bob anche se quest'ultimo è più costruttore che suonatore.

AB: Secondo te esiste un profilo psicologico preciso dell’ukulelista?

Veronica: Assolutamente sì!!! L’ukulelista e’ intelligente, sensibile, ironico, istrionico, molteplice…e anche un po’ pirla! J

AB: Che cosa il tuo carattere ha in comune con il tuo strumento?

Veronica: A costo di sembrare ripetitiva dico l’ironia…la voglia di non prendersi mai troppo sul serio…e perchè no, anche la gentilezza!

AB: Saresti disponibile a suonare nel contesto del primo ukulele festival Italiano ancora da organizzare?

Veronica: Beh!? A quando la prima data!?? ;-)

...non è adorabile? ;-)

Vi presentiamo: Scampaforche!!!


Dopo l'auto-intervista a Leone continuiamo l'esplorazione della variopinta scena ukulelistica Italiana.

Quella che segue è l'intervista a un personaggio veramente unico:

In arte si chiama Scampaforche, viene dalla bassa bergamasca, è un vulcano di creatività e il suo inseparabile compagno di vita è un Mahalo giallo ;-)

E' autore di canzoni davvero molto originali che, seppure lontane dagli standard della programmazione radiofonica nostrana, spiccano per la loro ironia, spontaneità e per una certa acuta sensibilità nei confronti di outsider di tutti i tipi.

Per questa ragione ci piace molto ;-)

Potete saperne di più su Scampaforche (e vi assicuro che c'è molto di più da sapere su di lui) e ascoltare la sua musica a questo indirizzo.

AB: Ciao Scampaforche ;-) e grazie per il tuo sollecito interessamento! :-D

Scampafoche: Ciao Adriano...quindi conosci lo Zio, eh? Grande! Con una raccomandazione simile non posso che assecondare ogni tuo capriccio giornalistico, anche perchè un'intervista/questionario è proprio il genere di cose che solletica il mio ego ipertrofico.

AB: Ottimo ;-) allora iniziamo senza indugio: Quando hai cominciato a suonare l’ukulele? Come è capitato?

Sampaforche: Sono sempre stato appassionato di strumenti poco ortodossi. Dopo la concertina, che mi ha sverginato riguardo alla teoria musicale (prima suonavo solo kazoo e scacciapensieri) passare all'ukulele è stata solo questione di tempo.

AB: Che cosa ti attrae di questo strumento? Quali sono i suoi pregi secondo te?

Sampaforche: Beh, è uno strumento molto versatile e poco ingombrante ("The songwriter's dream" un sito lo definiva).. in più avendo quattro corde è l'ideale per me che ho quattro dita.

AB: Che tipo di apprendistato hai avuto (o continui ad avere)? Autodidatta? Un maestro? Ti sei avvalso dell’ausilio di libri, DVD, o risorse sul web? Hai qualche dritta al riguardo da dare agli ukulelisti Italiani?

Sampaforche: Sono completamente autodidatta e me ne vanto. Ho comprato solo un libro di teoria musicale da cui ho imparato le basi tipo le scale e i rapporti armonici... poi scaricando tablature dal web si va avanti e si imparano giri nuovi...

AB: Quali tipi e quanti ukulele possiedi al momento e come te li sei procurati?

Sampaforche: Un ukulele giallo, Mahalo, me lo sono procurato nel modo legale.

AB: Che accordatura usi, GCEA o altre?

Sampaforche: Quella lì che hai detto.

AB: Che corde usi?

Sampaforche: Quelle che ho trovato attaccate allo strumento quando l'ho comprato.

AB: Ti sembra uno strumento particolarmente addatto al tuo genere musicale...per quale ragione?

Sampaforche: Perchè è ironico ed io faccio musica ironica. Si può fare anche musica seria con l'ukulele ma secondo me non è la stessa cosa.

AB: Qual’è la reazione degli spettatori dei tuoi spettacoli o di colleghi musicisti quando ti vedono imbracciare il tuo inusuale (almeno in Italia) strumento?

Scampaforche: Beh, spettatori è una parola un po' grossa... diciamo che quando mi capita di suonare in pubblico la reazione più comune è: "Perchè suoni una chitarra così piccola?" che, in ordine di frequenza, sorpassa solo: "Signore, lei non può stare qui"

AB: Il tuo ukulele è mai stato vittima di qualche forma di pregiudiziale disprezzo, o viceversa ammirazione, da parte di qualcuno?

Scampaforche: Uèla che domanda politica! Diciamo che se chiamare l'ukulele "chitarrina" implica una connotazione di spregio allora la gente odia il mio ukulele. La mia ragazza ha un pregiudiziale disprezzo, ma è per colpa mia, è gelosa. I miei amici invece nutrono molta ammirazione e fanno bene.

AB: Hai qualche aneddoto particolare da raccontarci riguardo il tuo ukulele?

Scampaforche: Sì: sono andato a Stoccolma a partecipare al Guinness World Record per il più grande complesso di ukulele di sempre. Eravamo in 401, e ce l'abbiamo fatta! L'anno prossimo dovremmo essere sul guinness, se qualche stronzo non ci supera prima. Abbiamo suonato una canzoncina idiota tutti insieme, l'abbiamo dovuta rifare tre volte perchè ogni volta accelleravamo (sai come succede) e finivamo qualche secondo prima dei 5 minuti necessari per considerare il record valido. La terza volta il "direttore d'orchestra" ha avuto la brillante idea di ripetere quattro o cinque volte il ritornello finale così ce l'abbiamo fatta. L'età media era 30 anni, ma nel senso che a parte me ed il mio amico vi erano solo under 14 o ultra 50 enni. Però è stato bello. Credo sia stato lì che la mia ragazza ha sviluppato ripulsione per il mio strumento. Qua ci sono le foto in cui tra l'altro mi si può vedere in tenuta da Scampaforche.

AB: Conosci personalmente altri ukulelisti in Italia?

Scampaforche: Lo Zio Dennis.

AB: Secondo te esiste un profilo psicologico preciso dell’ukulelista? Voglio dire: Ti sembra che l’ukulele attragga caratteri e personalità di un certo tipo oppure no?

Scampaforche: Certamente! Infatti avevo anche realizzato questo test: in cui tra i vari profili c'è l'ukulelista tipico. Egli è spensierato, creativo, con senso dell'umorismo, e molto, molto sexy. Ha i baffi.

AB: Che cosa il tuo carattere ha in comune con il tuo strumento preferito?

Scampaforche: Che rendiamo poco serio tutto quello con cui veniamo in contatto. Hai mai provato a suonare "Die Meistersinger von Nürnberg" di Wagner con l'ukulele?

AB: Qual'è la cosa più folle che hai fatto per o con il tuo uku?

Scampaforche: Penso proprio andare a Stoccolma a battere il Guinness (vedi sopra).

AB: Saresti pronto ad esibirti nel contesto del primo ukulele festival Italiano ancora da organizzare?

Scampaforche: Beh direi di sì, se non è a Stoccolma è meglio, no?

AB: Grazie per la disponibilità...e a presto!

Scampaforche: Prego

...non è geniale? ;-)

Adriano B